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48 ore a Taranto

di Redazione - 17/04/2021

Lonely Planet, una delle più importanti riviste di viaggio e turismo al mondo, nel suo “48 ore a” raccomanda la visita a Taranto.

Se vi siete persi l’articolo di Duncan Garwood: Buona Lettura!

Taranto alternativa

Tra icone architettoniche, magazzini riconvertiti, street art e stormi di fenicotteri, la città dei due mari ha in serbo per voi diverse sorprese. Taranto rievoca spesso immagini legate all’antico passato di colonia della Magna Grecia o al suo moderno profilo industriale, ma la città ha tante altre realtà da raccontare. Le cinque esperienze descritte di seguito narrano una Taranto in divenire, un caleidoscopio di colori ed energie.

Alla scoperta dell’architettura moderna

Gli edifici moderni più rinomati della città si susseguono sul lungomare cittadino, fiancheggiato da palazzi monumentali eretti in epoca fascista. È su Viale Magna Grecia e dintorni, però, nella parte orientale del Borgo Nuovo, che troverete gli edifici contemporanei più originali di Taranto. La Concattedrale Gran Madre di Dio, inaugurata nel 1970, fu l’ultimo progetto architettonico di Gio Ponti. Forse non conquista tutti a prima vista, ma la sua facciata rettangolare alta 40 m – una parete traforata che rievoca una vela – crea senza dubbio un colpo d’occhio memorabile, in particolare dopo il tramonto, quando il suo profilo immacolato si staglia, illuminato, sullo sfondo del cielo notturno. All’interno, la profonda navata culmina in un sobrio altare minimalista; anche i due pannelli sopra il Crocifisso sono opera di Ponti. A pochi passi dalla cattedrale, la Biblioteca Acclavio è il fulcro del Centro Direzionale Bestat, un complesso di grattacieli residenziali e adibiti a uffici nato all’inizio degli anni ’70. Terminati a novembre del 2020 i lavori di ristrutturazione durati due anni, la biblioteca – sulla cui facciata curvilinea campeggia un coloratissimo murales raffigurante il volto dello scrittore tarantino Alessandro Leogrande – è un edificio ampio e luminoso dalle linee funzionali.

La nuova vita di Porta Napoli

Il quartiere di Porta Napoli, a ridosso del distretto industriale a nord-ovest della città, è una tipica zona di passaggio: è attraversato da strade a scorrimento veloce, e le sue vie semideserte sono fiancheggiate da magazzini e depositi dall’aria abbandonata. Di recente, tuttavia, l’area è diventata un catalizzatore di progetti di valorizzazione urbana che già iniziano a dare i primi frutti. La Factory, inaugurata a ottobre del 2020 in un magazzino degli anni ’20 in Via Niceforo Foca, è un laboratorio/showroom per stilisti e artigiani locali. L’assortimento spazia da originalissime T-shirt e giacche di jeans a gioielli realizzati a mano, ceramiche e stampe, e lo spazio è accessibile al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 21. Proprio accanto, Spazioporto è un nuovo contenitore multifunzionale adibito a proiezioni cinematografiche, concerti ed eventi culturali. Un isolato alle sue spalle, in Via Costantinopoli, Ammostro è uno spazio di coworking per un team di creativi locali.

Nella stessa zona, Mercato Nuovo è un club e spazio per concerti frequentato da un pubblico giovane e trendy.

I segreti del sottosuolo

Come molte città italiane, Taranto cela sotto la sua superficie profonde cavità e misteriosi ipogei. Un’ampia zona del Borgo Nuovo sorge sulla necropoli magnogreca e nel suo sottosuolo si aprono numerosissime tombe, ipogei, cripte e ambienti che custodiscono tesori sepolti. Taranto Sotterranea è un’associazione locale che organizza visite guidate a otto siti nella zona, compresa un’area di scavi in Via Marche e la Cripta del Redentore in Via Terni, una tomba a camera di età imperiale che in epoca medievale fu adibita a luogo di culto. Via Cava, nella Città Vecchia, ospita alcuni dei circa 60 ipogei tarantini. In molti casi si tratta di cavità realizzate per estrarne il tufo destinato alla costruzione dei palazzi sovrastanti. Uno dei più interessanti si trova al civico 99: probabilmente databile all’epoca normanna (XI secolo), è un classico esempio di frantoio ipogeo, nel quale sono tuttora conservate alcune macine utilizzate per la spremitura delle olive e diverse vasche per la decantazione dell’olio. In un interessante connubio di passato e presente, i recenti interventi di ristrutturazione del Teatro Fusco, uno dei principali teatri cittadini, hanno portato alla luce i resti di un’antica fornace oggi visibili sul retro del palcoscenico.

A caccia di street art & sapori autentici nella Città Vecchia

I tour della Città Vecchia di Taranto in genere prediligono la Cattedrale e altri siti classici della zona. Per scoprire il quartiere da una prospettiva insolita, vi suggeriamo invece di seguire le tracce dei murales che fanno capolino a ogni angolo. Le mura scrostate, i portoni di ferro arrugginito e i vicoli bui dell’isola sono diventati una tela per circa 120 opere di street art del napoletano Cyop&Kaf. Realizzate tra il 2013 e il 2014, le immagini spesso ritraggono figure enigmatiche, corpi sospesi e blocchi geometrici su sfondo rosso o blu, e sono caratterizzate da un’impronta bizzarra e surreale che riafferma discretamente l’idea della Città Vecchia come un mondo a sé. Affacciato su due mari, il cuore storico di Taranto è anche uno scrigno di esperienze gastronomiche memorabili. Le specialità a base di pesce sono assolutamente imperdibili, soprattutto se gustate a pochi passi dal molo su cui i pescherecci scaricano le famose cozze coltivate nel Mar Piccolo. Passeggiando lungo le banchine tra lo stridio dei gabbiani, fermatevi a La Paranza, un’oasi di tranquillità ed eleganza in piacevole contrasto con l’incessante attività che anima la zona del porto. Poco distante, il piccolo Panificio Garibaldi richiama una folta clientela di abitanti del posto grazie all’irresistibile aroma del pane, delle focacce e dei taralli appena sfornati.

Birdwatching e spa sulle sponde del Mar Piccolo

Il birdwatching non è certo un’attività comunemente associata a Taranto ma, se siete pronti a lasciarvi sorprendere, saltate in macchina e dirigetevi verso il Mar Piccolo. Costeggiando le sponde orientali di questo placido mare interno, la SP78 conduce alla Riserva Naturale Palude La Vela. Estesa su un territorio che comprende zone umide incontaminate, canneti, pineta e macchia mediterranea, la riserva offre un meraviglioso rifugio dal vicino caos urbano ed eccellenti opportunità di birdwatching: vi potrete avvistare aironi, garzette, piro-piro, falchi pescatori e, se siete fortunati, persino i fenicotteri. Lo spettacolo di questi eleganti uccelli dal piumaggio rosa che si alzano in volo nel cielo di Taranto vi resterà a lungo impresso nella memoria. Terminata la visita alla riserva, concedetevi uno dei trattamenti benessere offerti dalla spa del Relais Histò, un hotel esclusivo situato in una masseria di epoca medioevale. Ritornerete in città rigenerati nel corpo e nello spirito.

Link e Gallery: https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/citta-del-mondo/taranto-alternativa


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